venerdì 14 novembre 2008

Il Ministro Gelmini su "La Repubblica"

"La scuola in Italia e’ come un motore rotto. E’ inutile aggiungere benzina, cioe’ soldi, se il motore e’ guasto". Lo ha affermato il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini in una intervista al quotidiano la Repubblica, ribadendo con cio’ la volontà di "rivedere i meccanismi di spesa pubblica nella scuola per eliminare le inefficienze e destinare soldi alla qualità ’."
Quanto all’Universita’ e alle manifestazioni di piazza a Roma, Gelmini ha commentato: “A questi ragazzi dico che capisco il loro disagio e che la loro preoccupazione e’ anche la mia. Io sto dalla loro parte anch’io sono stata studente e ho avuto preoccupazione per il futuro. Occorre avere il coraggio di cambiare. Il mio impegno e’ per una scuola ed una universita’ che promuovano i talenti dei giovani creando veramente pari opportunita’ e garanzie di titoli di studio spendibili nel mondo del lavoro". Sull’Universita’ la Gelmini poi chiede se sono indispensabili 5500 corsi di laurea, 90 universita’ e 320 sedi distaccate."Io mi attivero’ per garantire la sopravvivenza degli atenei ma se la mia azione e’ accompagnata da una autocritica dei sistemi universitari allora il confronto sara’ piu’ costruttivo".

lunedì 10 novembre 2008

Sicurezza nelle scuole: circa 10.000 edifici scolastici non sicuri

Nel provvedimento sulla scuola approvato definitivamente al Senato lo scorso 29 ottobre 2008, vi è anche compreso un articolo (per la precisione il 7 bis) di cui poco si è parlato e che riguarda l’importantissimo piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici a cui è destinato un importo non inferiore al 5% delle risorse stanziate per il programma delle infrastrutture strategiche (totale risorse euro 20 milioni come da articolo 36, comma 3, legge finanziaria 2008).
Inoltre con la Finanziaria sono previsti risparmi ingenti nella scuola, intorno ai 7 miliardi di euro, e il 30% di questi risparmi - frutto di una serie di misure come l'accorpamento di alcune classi e il riordino dell'archetipo organizzativo scolastico - verranno reinvestiti nella scuola e proprio nella sistemazione o riammodernamento nell'edilizia scolastica.
Da un’indagine del Ministero dell’Istruzione risulta che in Italia quasi 10 mila edifici scolastici non sono sicuri. Per questo motivo il Ministro Gelmini riconvocherà l’Osservatorio sull’edilizia scolastica ma farà anche presto partire un censimento di tutti gli edifici scolastici sollecitando il Cipe (Centro Interministeriale per la Programmazione Economica) e le Regioni per l’ammodernamento e la messa a norma degli edifici.
Il ministro dell'Istruzione, di concerto con quello delle Infrastrutture, nominerà un soggetto attuatore che definirà gli interventi da effettuare per assicurare l'immediata messa in sicurezza di almeno 100 edifici scolastici in situazione critica sul fronte della sicurezza sismica.
Il soggetto attuatore lavorerà in costante collaborazione con la Conferenza unificata Stato e Regioni. Le risorse di lavori programmati e non avviati entro 2 anni possono essere nuovamente revocati e rassegnati. Identica soluzione se gli enti beneficiari dichiarano l'impossibilità a eseguire le opere. La riassegnazione delle risorse a una diversa regione viene disposta sentendo la Conferenza unificata

Scuola: Valditara (PdL), finanziaria vuole valorizzare impegno e preparazione insegnanti

Il Libro bianco che voi avete tanto decantato conferma semmai a p. 11 una valutazione ampiamente diffusa su ciò che serve veramente al miglioramento del nostro sistema scolastico. Le indagini internazionali - si legge - suggeriscono che l'efficacia dell'azione educativa è determinata in modo decisivo da forme integrative della retribuzione degli insegnanti, fondate sul merito, mentre non risulta rilevante, lo afferma testualmente il Libro bianco, a tale fine, la diminuzione delle classi ed il numero di ore di insegnamento. Dunque valorizzare i professori, il numero delle classi ed il numero di ore non è decisivo. E qui tocchiamo due punti invece decisivi: la manovra finanziaria ha stabilito che il 30% delle risorse risparmiate con i tagli di organico, fra cui quelli legati all'introduzione del maestro prevalente serviranno a valorizzare economicamente l'impegno e la preparazione degli insegnanti. Si tratta di una cifra enorme: 2 miliardi e 300 milioni di euro, quando l'aumento concesso dal contratto Moratti, il più remunerativo degli ultimi quindici anni per i docenti, fu di 800 milioni di euro da distribuire a tutti. Qua 2 miliardi e 300 milioni di euro. È una autentica svolta che dovrebbe consentire di pagare finalmente di più gli insegnanti meritevoli. Infine, proprio l'art. 4 del decreto Gelmini afferma testualmente che una parte delle risorse risparmiate a seguito della soppressione dei moduli saranno destinate ad aumentare il tempo scuola sulla base delle richieste delle famiglie. Dunque, il maestro prevalente non pregiudicherà, anzi favorirà ancora più di oggi le madri lavoratrici che hanno necessità di un sistema scolastico che accolga i loro figli nelle ore pomeridiane. Ora occorre fare i passi successivi: dobbiamo riformare la formazione ed il reclutamento di docenti; realizzare un sistema di valutazione dei risultati delle scuole; studiare criteri efficaci che consentano di premiare gli insegnanti più bravi. Questa, e con queste prospettive, è la riforma che noi andiamo convintamente e compattamente a votare, una riforma che corrisponde ad una concezione chiara della scuola e della società. Noi ci preoccupiamo oggi di difendere il futuro dei nostri figli, voi siete l'ultimo baluardo di quella demagogia veterosindacale che ha sfasciato la nostra scuola ed indebolito la nostra società.

Scuola: Valditara (PdL), come si è arrivati ai tre maestri?

Perché dunque è stato introdotto in Italia il modulo con i tre maestri? Sono andato a rileggermi l'intervento di Ortensio Zecchino, all'epoca senatore democristiano e poi ministro dell'università nei Governi D'Alema e Amato, che votò contro la legge del 1990 voluta fortemente dalla sinistra democristiana e condivisa ideologicamente dal PCI-PDS. Affiorano considerazioni più che mai attuali: «La riforma che ci apprestiamo a varare consegna al Paese una scuola elementare che con la sua nuova organizzazione contrasta con la pressante esigenza del nostro tempo di offrire un sapere unitario, quale valore etico ed insieme esigenza utilitaristica legata quest'ultima alla flessibilità professionale che sempre più spesso si impone nell'arco di una stessa vita lavorativa e che può essere soddisfatta soltanto sul presupposto di un'autentica formazione di base». E ancora: «frantumiamo l'insegnamento per affidarlo ad una pluralità di insegnanti con identica preparazione di base». Ed ecco arrivata la risposta alla nostra domanda: alla base del modulo vi è «la pressione di quanti hanno inteso così tutelare in modo improprio interessi di categoria»... «stando così le cose» - diceva Zecchino - «non resta che prendere atto dell'esistenza di uno schieramento che ha inteso privilegiare il momento sindacale... svalutando il momento formativo e culturale». Era la stessa ispirazione di altre leggi che in quegli stessi anni hanno, quelle sì, devastato la scuola italiana imponendo un reclutamento fondato su corsi abilitanti di poche ore, prescindendo dal merito e dalla selezione. La pedagogia che ha ispirato il modulo con i tre maestri, al di là di qualche buona intenzione, ha finito comunque con l'esprimere una tendenza verso il relativismo culturale e verso la banalizzazione della professionalità, direi pure che ha favorito lo scadimento della professionalità. Era la pedagogia che ispirava soprattutto la posizione del PCI-PDS che si risolse a votare contro la legge del 1990 solo perché essa conteneva la figura dell'insegnante prevalente che, leggo testualmente nell'intervento del Capogruppo comunista in Commissione: «svalutava la rilevanza del lavoro di gruppo» e prevedeva livelli differenziati di impegno didattico fra i maestri. Proprio per venire incontro alle critiche dei comunisti e alle pressioni sindacali la circolare attuativa violò la legge (perché la legge del 1990 introduceva il maestro prevalente e non il modulo) ed eliminò la figura dell'insegnante prevalente imponendo il team di insegnanti con pari competenze ed impegno. Una circolare attuativa che sotto il ricatto dei sindacati e del Partito Comunista violò una legge dello Stato

Scuola: Valditara (PdL), gli obiettivi principali della Legge Gelmini

Due sono gli obiettivi cardine che ispirano l'azione riformatrice di questa maggioranza: primo, una scuola che dia finalmente una formazione di qualità a tutti e per tutti offra una opportunità; secondo, il rispetto dei diritti dei contribuenti che pagano le tasse non per foraggiare velleitarismi veterosindacali ma per avere servizi efficienti. Il decreto in oggetto contiene misure ampiamente condivise: l'introduzione dell'educazione civica; i voti semplici e chiari al posto di giudizi complessi, spesso confusi o contorti; le riaperture delle graduatorie per gli iscritti al 9° ciclo SSIS che erano stati pregiudicati nella scorsa legislatura, a dimostrazione tra l'altro che questo Governo tiene fede agli impegni presi in Parlamento (ricordo qui un nostro ordine del giorno votato in Senato a luglio). Questo Governo rimedia dunque agli errori fatti da chi lo ha preceduto. Il decreto ridà valore al voto di condotta che ritorna dunque a responsabilizzare lo studente; lo voglio affermare qui con grande chiarezza: essere contro una valutazione della condotta significa perpetuare le nefaste idee sessantottine che hanno contribuito non poco ad indebolire l'autorevolezza della nostra scuola e dei nostri insegnanti.

Università: Gelmini, saranno penalizzate quelle non virtuose

(ASCA) - Roma, 6 nov - Misure penalizzanti per le universita' non virtuose. Lo ha sottolineato il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, al termine del Consiglio dei ministri.Per il ministro, infatti, ''non e' corretto trattare tutte le universita' allo stesso modo''. E allora le universita' non virtuose ''non potranno indire nuovi concorsi per nuove assunzioni di professori o personale tecnico e amministrativo''.

Università: Gelmini, disponibile a confronto con chi vuole riformare

ASCA) - Roma, 10 nov - Apertura da parte del ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, in vista del ddl per riformare l'Universita' italiana.''Sono disponibile - afferma il ministro in una nota - ad un confronto che abbia come obiettivo riformare e migliorare l'istruzione in Italia. Sono disponibile in particolare a discutere con tutte quelle forze riformiste che pensano che non si possa esclusivamente difendere lo status quo. Proprio per questo abbiamo fatto le nostre scelte con le linee guida sulla riforma del sistema universitario. Base di un dibattito che ponga al centro i temi della riaffermazione del merito, della promozione dei giovani talenti e della trasparenza''.Il Decreto Legge sull'universita' approvato dal Consiglio dei Ministri, spiega il ministro, ''conteneva solo alcune misure indifferibili ed urgenti; ma per la riforma completa, la sede del confronto sara' sicuramente il Parlamento dal quale sono sicura arriveranno proposte e suggerimenti, indispensabili per una riforma. Un disegno di legge organico di riforma, che ci auguriamo condiviso''.

venerdì 7 novembre 2008

Università: il decreto Gelmini

(ASCA) - Roma, 6 nov - Dalla trasparenza nei concorsi allo sblocco del turn over per i ricercatori. Questi i punti salienti del decreto Gelmini sull'Universita' varato oggi dal Consiglio dei Ministri: ''Un provvedimento piccolo - come affermato dallo stesso ministro - di tre articoli e un quarto di copertura''.
TRASPARENZA NEI CONCORSI. Sara' eletto un pool molto ampio di professori all'interno del quale poi saranno estratti a sorte coloro che faranno parte della commissione che giudichera'. Si evita cosi' il rischio di predeterminare l'esito dei concorsi e si incoraggia un piu' ampio numero di candidati a partecipare. Mentre prima la commissione era formata da 1 membro interno e 4 membri eletti.
CON BILANCI IN ROSSO NIENTE ASSUNZIONI. La norma pone un freno alle gestioni finanziarie non adeguate di alcune universita' (soprattutto nel rapporto entrate-uscite). Da oggi le universita' con bilanci in perdita non potranno bandire concorsi per docenti o personale amministrativo.
DA 2009 TREMILA POSTI IN PIU' PER I RICERCATORI. Stanziati 150 milioni di euro per favorire il turn over. Obiettivo: favorire l'assunzione di giovani e diminuire l'eta' media dei docenti italiani. Incentivi alle universita', dunque, per favorire il pensionamento e l'assunzione di giovani docenti.Le universita' infatti potranno anche decidere di fare entrare solo giovani ricercatori arrivando quindi a 2 giovani ricercatori per ogni docente in pensione. Almeno il 60% delle assunzioni devono essere destinate ai nuovi ricercatori e le universita' che rinunceranno a trattenere i docenti oltre i 70 anni di eta' possono raddoppiare il numero dei posti per ricercatori.
500 MILIONI DI EURO SOLO ALLE UNIVERSITA' MIGLIORI. 500 milioni di euro (cioe' il 5% del Fondo del Finanziamento Ordinario) saranno distribuiti alle universita' migliori: quelle con produzione scientifica migliore, l'organizzazione e la qualita' didattica migliori. Le universita' piu' virtuose saranno individuate attraverso i parametri di valutazione Civr, Cnvsu e modelli internazionali.
FINANZIAMENTI A CHI ELIMINA CORSI E SEDI DISTACCATE INUTILI. Saranno premiate con piu' finanziamenti, trasferiti direttamente dal ministero, le universita' che ridurranno sedi distaccate non funzionali e corsi di laurea in eccesso rispetto alle reali esigenze formative degli studenti e alle richieste del mondo del lavoro.
ENTI DI RICERCA ESCLUSI DA BLOCCO ASSUNZIONI. Gli enti di ricerca sono esclusi dal blocco delle assunzioni che e' entrato in vigore per tutte le amministrazioni pubbliche.
CONCORSI RICERCATORE GIA' BANDITI FUORI DA TURN OVER. I bandi di concorso per posti da ricercatore gia' banditi sono esclusi dal turn over. 2300 ricercatori dunque saranno esclusi dal blocco del turn over.
BORSE STUDIO PER 135 MLN EURO A 180MILA RAGAZZI MERITEVOLI. Per la prima volta in Italia tutti gli aventi diritto avranno la borsa di studio.L'incremento di 135 milioni di euro sara' destinato ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici.180 mila ragazzi oggi sono idonei a ricevere la borsa di studio e l'esonero dalle tasse universitarie, ma solo 140.000 li ottengono di fatto gia' oggi.
65 MILIONI PER NUOVE RESIDENZE UNIVERSITARIE. 1700 posti letto in piu' per studenti universitari. Saranno realizzati progetti per le residenze universitarie.

domenica 2 novembre 2008

Per una scuola primaria di qualità vorrei...

Riceviamo e pubblichiamo con piacere questo interessante intervento di Laura Properzi, maestra di scuola primaria.
Vorrei che chiunque insegni alle elementari riesca ancora a farlo in tutte le discipline, dopo 16 anni di moduli.

Vorrei non sentire più insegnanti dire che non ce fanno, da sole, “a sostenere la responsabilità di una classe intera"...

Vorrei poter continuare a rivolgere tutte le mie attenzioni, ad impiegare tutta la mia energia ad una sola classe di alunni, e non a 50/60 alunni, cioè due classi...

Vorrei la libertà di organizzare le attività per la classe senza l'obbligo di dover fare una riunione con le colleghe per decidere insieme anche solo dove appendere un cartellone...

Vorrei vedere l'abolizione di tutte le compresenze/contemporaneità perditempo...

Vorrei vedere la fine dei progetti che tolgono spazio-tempo-denaro agli insegnamenti fondamentali...

Vorrei veder tornare la scuola che mette al centro i bambini e la loro istruzione...

Vorrei sentir parlare di Italiano, Matematica, Storia, Geografia, Scienze, Arte e immagine, Musica, Corpo movimento sport, Tecnologia, Religione e Lingua straniera e vorrei che si lavorasse tutti (insegnanti ed alunni) per il conseguimento di quanto previsto nelle programmazioni annuali.
Vorrei, pertanto, non sentir parlare più, a scuola, di fantasiosi corsi non espressamente previsti dalla programmazione didattica stilata dalle insegnanti all'inizio dell'anno.

Vorrei non sentire più nessun genitore (o chiunque altro) sostenere che "almeno, su tre maestre, è più probabile che ne capiti una brava"...
Vorrei, infatti, che i genitori pretendessero che fossero brave TUTTE le insegnanti dei loro figli.

Vorrei che gli stessi insegnanti, che pretendono insegnanti bravi per i loro figli, capissero che la stessa pretesa deve valere per i figli di tutti.

Vorrei non vedere più applicato il criterio che consiste nello “spalmare” su più classi un'insegnante che non sa insegnare perché, così facendo, “fa meno danni”.

Vorrei vedere premiato il merito e veder allontanato da scuola chi insegnare non sa.

Vorrei che l'anno di prova non fosse solo un pro-forma, ma un'autentica valutazione delle capacità didattiche-educative-relazionali di una futura insegnante.

Vorrei, in una parola, che le insegnanti tornassero ad essere insegnanti brave, responsabili, preparate, entusiaste del loro ruolo, capaci di aggiornarsi e di migliorarsi, senza dare mai niente di scontato; insegnanti tali e quali hanno avuto la fortuna di incontrare i miei figli che, in pieno regime di modulo, hanno frequentato una scuola con insegnamento prevalente.

Ora vorrei che il Ministro riuscisse a realizzare fino in fondo le sue intenzioni.

Laura Properzi, una insegnante (molto soddisfatta del suo ruolo di) prevalente in una classe di scuola primaria.