Riceviamo e pubblichiamo con piacere questo interessante intervento di Laura Properzi, maestra di scuola primaria.
Vorrei che chiunque insegni alle elementari riesca ancora a farlo in tutte le discipline, dopo 16 anni di moduli.
Vorrei non sentire più insegnanti dire che non ce fanno, da sole, “a sostenere la responsabilità di una classe intera"...
Vorrei poter continuare a rivolgere tutte le mie attenzioni, ad impiegare tutta la mia energia ad una sola classe di alunni, e non a 50/60 alunni, cioè due classi...
Vorrei la libertà di organizzare le attività per la classe senza l'obbligo di dover fare una riunione con le colleghe per decidere insieme anche solo dove appendere un cartellone...
Vorrei vedere l'abolizione di tutte le compresenze/contemporaneità perditempo...
Vorrei vedere la fine dei progetti che tolgono spazio-tempo-denaro agli insegnamenti fondamentali...
Vorrei veder tornare la scuola che mette al centro i bambini e la loro istruzione...
Vorrei sentir parlare di Italiano, Matematica, Storia, Geografia, Scienze, Arte e immagine, Musica, Corpo movimento sport, Tecnologia, Religione e Lingua straniera e vorrei che si lavorasse tutti (insegnanti ed alunni) per il conseguimento di quanto previsto nelle programmazioni annuali.
Vorrei, pertanto, non sentir parlare più, a scuola, di fantasiosi corsi non espressamente previsti dalla programmazione didattica stilata dalle insegnanti all'inizio dell'anno.
Vorrei non sentire più nessun genitore (o chiunque altro) sostenere che "almeno, su tre maestre, è più probabile che ne capiti una brava"...
Vorrei, infatti, che i genitori pretendessero che fossero brave TUTTE le insegnanti dei loro figli.
Vorrei che gli stessi insegnanti, che pretendono insegnanti bravi per i loro figli, capissero che la stessa pretesa deve valere per i figli di tutti.
Vorrei non vedere più applicato il criterio che consiste nello “spalmare” su più classi un'insegnante che non sa insegnare perché, così facendo, “fa meno danni”.
Vorrei vedere premiato il merito e veder allontanato da scuola chi insegnare non sa.
Vorrei che l'anno di prova non fosse solo un pro-forma, ma un'autentica valutazione delle capacità didattiche-educative-relazionali di una futura insegnante.
Vorrei, in una parola, che le insegnanti tornassero ad essere insegnanti brave, responsabili, preparate, entusiaste del loro ruolo, capaci di aggiornarsi e di migliorarsi, senza dare mai niente di scontato; insegnanti tali e quali hanno avuto la fortuna di incontrare i miei figli che, in pieno regime di modulo, hanno frequentato una scuola con insegnamento prevalente.
Ora vorrei che il Ministro riuscisse a realizzare fino in fondo le sue intenzioni.
Laura Properzi, una insegnante (molto soddisfatta del suo ruolo di) prevalente in una classe di scuola primaria.
Vorrei non sentire più insegnanti dire che non ce fanno, da sole, “a sostenere la responsabilità di una classe intera"...
Vorrei poter continuare a rivolgere tutte le mie attenzioni, ad impiegare tutta la mia energia ad una sola classe di alunni, e non a 50/60 alunni, cioè due classi...
Vorrei la libertà di organizzare le attività per la classe senza l'obbligo di dover fare una riunione con le colleghe per decidere insieme anche solo dove appendere un cartellone...
Vorrei vedere l'abolizione di tutte le compresenze/contemporaneità perditempo...
Vorrei vedere la fine dei progetti che tolgono spazio-tempo-denaro agli insegnamenti fondamentali...
Vorrei veder tornare la scuola che mette al centro i bambini e la loro istruzione...
Vorrei sentir parlare di Italiano, Matematica, Storia, Geografia, Scienze, Arte e immagine, Musica, Corpo movimento sport, Tecnologia, Religione e Lingua straniera e vorrei che si lavorasse tutti (insegnanti ed alunni) per il conseguimento di quanto previsto nelle programmazioni annuali.
Vorrei, pertanto, non sentir parlare più, a scuola, di fantasiosi corsi non espressamente previsti dalla programmazione didattica stilata dalle insegnanti all'inizio dell'anno.
Vorrei non sentire più nessun genitore (o chiunque altro) sostenere che "almeno, su tre maestre, è più probabile che ne capiti una brava"...
Vorrei, infatti, che i genitori pretendessero che fossero brave TUTTE le insegnanti dei loro figli.
Vorrei che gli stessi insegnanti, che pretendono insegnanti bravi per i loro figli, capissero che la stessa pretesa deve valere per i figli di tutti.
Vorrei non vedere più applicato il criterio che consiste nello “spalmare” su più classi un'insegnante che non sa insegnare perché, così facendo, “fa meno danni”.
Vorrei vedere premiato il merito e veder allontanato da scuola chi insegnare non sa.
Vorrei che l'anno di prova non fosse solo un pro-forma, ma un'autentica valutazione delle capacità didattiche-educative-relazionali di una futura insegnante.
Vorrei, in una parola, che le insegnanti tornassero ad essere insegnanti brave, responsabili, preparate, entusiaste del loro ruolo, capaci di aggiornarsi e di migliorarsi, senza dare mai niente di scontato; insegnanti tali e quali hanno avuto la fortuna di incontrare i miei figli che, in pieno regime di modulo, hanno frequentato una scuola con insegnamento prevalente.
Ora vorrei che il Ministro riuscisse a realizzare fino in fondo le sue intenzioni.
Laura Properzi, una insegnante (molto soddisfatta del suo ruolo di) prevalente in una classe di scuola primaria.
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